Il punto G è forse uno dei misteri più irrisolti dell sessualità femminile, basta pensare che se viene digitato su Google produce oltre 15.000.000 di risultati.

L’idea del punto “MAGICO” che solo pochi eltti siano in grado trovare e capace di produrre un piacere immenso nelle donne ha prodotto un mercato economico incredibile.

Corsi specifici (TANTRICI) per localizzarlo,vibratori con particolare forme studiare appositamente per poterlo stimolare, fino alle infiltrazioni di Acido ialuronico per poter aumentare la “sensibilità”.

La scienza e gli scienziati lo studiano da moltissimi anni, per alcuni sarebbe un’entità funzionale composta da diverse strutture anatomiche quali le radici e i bulbi clitoridei, la parete vaginale e l’uretra (Jannini, Buisson, Rubio-Casillas, 2014) che interagendo tra loro in modo dinamico durante la stimolazione sessuale attiverebbero una sensibilità particolare.

Il punto G ( erroneamente attribuito a al Ginecologo tedesco Gräfenberg ) 4 donne su 5 sanno esattamente di cosa si parla, in considerazione di ciò le critiche alla definizione di Punto G promosse da alcuni sono puramente speculative; questo termine è oramai entrato nel linguaggio comune non solo a livello scientifico ma anche a livello popolare.

Se la conoscenza sull’esistenza del punto G è diffusa, la conoscenza sulla sua localizzazione lo è un po meno. Poco più del 50% delle donne indica la corretta localizzazione sulla parete vaginale anteriore, altre pensano sia localizzato sul fondo o sulla parete della vagina, oppure di fianco al clitoride, altre ancora non ne hanno proprio idea.

Si parla di punto G ma le corrette informazioni su di esso non sono cosi diffuse, la mancanza di programmi istituzionali di educazione sessuale nelle scuole dell’obbligo fa sì che le donne in Italia abbiano un basso livello di conoscenza sul proprio apparato genitale e conseguentemente una mancata consapevolezza sul suo funzionamento.

Bibliografia: R.Bernorio, M. Passigato “IL PIACERE AL FEMMINILE” Ed. Franco Angeli 2017