MORBO DI ALZHEIMER
La malattia di Alzheimer o morbo di Alzheimer è la più comune causa di demenza, di cui rappresenta il 50-60 per cento dei casi. Il processo degenerativo che colpisce progressivamente le cellule e le connessioni cerebrali, provocando quell’insieme di sintomi che va sotto il nome di demenza: cioè il declino progressivo e globale delle funzioni cognitive e il deterioramento della personalità e della vita di relazione.
LE CARATTERISTICHE BIOLOGICHE
Il morbo di Alzheimer è caratterizzato dalla presenza di pacche e «gomitoli» neurofibrillari all’interno del cervello e dalla perdita di connessioni tra le cellule nervose del cervello (i neuroni), principalmente attribuita alla proteina beta-amiloide che si deposita sui neuroni. La malattia è accompagnata da una forte diminuzione di acetilcolina nel cervello (un neurotrasmettitore fondamentale per la comunicazione tra neuroni, quindi per la memoria e per ogni facoltà intellettiva). In seguito a queste modificazioni cerebrali è impossibile per il neurone trasmettere gli impulsi nervosi e il cervello si atrofizza progressivamente.Anche se il principale fattore di rischio è l’età, l’Alzheimer non è l’inevitabile conseguenza dell’invecchiamento, ma una malattia vera e propria con caratteristiche cliniche specifiche che richiedono specifici interventi diagnostici, terapeutici e riabilitativi.
I SINTOMI
L’Alzheimer è definita la «malattia delle quattro A»:
- AMNESIA significativa perdita di memoria
- AFASIA incapacità di formulare e comprendere i messaggi verbali
- AGNOSIA incapacità di identificare correttamente gli stimoli, riconoscere persone, cose e luoghi
- APRASSIA jcapacità di compiere correttamente alcuni movimenti volontari anche attraverso l’impiego di oggetti (es. vestirsi)
DIAGNOSI
È fondamentale una diagnosi precoce; a tale proposito è fondamentale riconoscere i primi segni di decadimento cognitivo da riferire al proprio medico.
Esistono dei “campanelli d’allarme”
- Perdita di memoria tale da interferire con la capacità lavorativa e mandare in confusione.
- Difficoltà nel fare le cose di tutti i giorni: per esempio cucinare e poi dimenticarsi di averlo fatto e servito.
- Difficoltà a trovare le parole giuste.
- Difficoltà nel senso dell’orientamento, perdere la strada di casa.
- Vestirsi in modo inadeguato: indumenti sovrapposti, uscire a fare la spesa in accapatoio.
- Difficoltà a riconoscere i numeri o a fare dei calcoli.
- Riporre oggetti nei posti sbagliati o strani.
- Cambiamenti improvvisi ed immotivati di umore.
- Cambiamento del carattere: da tranquillo a sospettoso e irascibile.
- Perdita progressiva di interessi e spirito di iniziativa.
Dopo aver raccolto l’anamnesi accurata dal paziente e dai famigliari, nel sospetto di malattia di Alzheimer il medico curante potrà indirizzare il paziente verso un centro specialistico UVA (unità di Valutazione Alzheimer) dove il paziente sarà sottoposto ad un percorso diagnostico-terapeutico, che comprende la raccolta dei segni clinici riscontrati e una valutazione delle funzioni cognitive utilizzando dei test riconosciuti a livello internazionale. Uno dei test più utilizzati è il MMSE (Mini Mental State Examination). Il Mini Mental State Examination (MMSE), sviluppato da Folstein nel 1975, è un test largamente utilizzato a livello internazionale per lo screening generale del funzionamento cognitivo globale. E’ un test composto da 11 domande (items), inerenti ad una specifica funzione cognitiva;
Le indagini di laboratorio prescritte potranno comprendere: emocromo, elettroliti, glicemia, funzionalità renale ed epatica, vitamina B12 e folati. Eventuali: sierologia per la lue, test genetici (mutazioni APP e preseniline, genotipizzazione APOE), marcatori biologici liquorali (Abeta, proteina tau e fosfo-tau). Le indagini strumentali potranno comprendere la RMN (Risonanza Magnetica Nucleare) o indagini più specifiche di neuroimaging funzionale, come la tomografia a emissione di fotone singolo (SPECT) e la tomografia ad emissione di positroni (PET).
COME SI CURA
Attualmente la malattia di Alzheimer non è guaribile, ma esistono farmaci che possono migliorare per un po’ di tempo alcuni sintomi cognitivi, funzionali e comportamentali. I farmaci oggi disponibili sono gli inibitori della acetilcolinesterasi e la memantina, un farmaco che appartiene alla classe degli amino adamantani. Gli inibitori della acetilcolinesterasi (un enzima che distrugge il neurotrasmettitore acetilcolina responsabile dell’invio di messaggi da una cellula nervosa all’altra) risultano efficaci nelle prime fasi della malattia
PREVENZIONE
Ginnastica, alimentazione, mente allenata e rete di amici: ecco i pilastri anti-Alzheimer. Fare regolare attività fisica: in particolare attività aerobica, come corsa, camminata veloce, bicicletta, ma anche ballo amatoriale, tai-chi e arti marziali. Smettere di fumare: chi fuma ha un rischio maggiore di sviluppare la malattia di Alzheimer, ma smettere di fumare può riportare il rischio a livelli comparabili a quello dei non fumatori.
Prendersi cura del proprio cuore: fattori di rischio per le malattie cardiovascolari e l’ictus, come obesità, ipertensione e diabete, sono anche fattori di rischio per lo sviluppo della Malattia di Alzheimer. Seguire una dieta equilibrata: la dieta mediterranea si è rilevata efficace nel ridurre il rischio di sviluppare l’Alzheimer. Gli alimenti che è utile consumare giornalmente e in quantità sono frutta e verdura (meglio se di stagione), pane, pasta e cereali (meglio se integrali), olio di oliva, cipolla, aglio e spezie per insaporire i piatti e ridurre le quantità di sale. Limitare carne rossa, salumi, insaccati e dolci. Allenare la propria mente: Leggere un libro o un giornale, fare un cruciverba, giocare a carte o dama, visitare un museo o una mostra, avere interessi e passioni da sviluppare, mantiene la mente attiva e impegnata. Mantenere la propria rete sociale;prendere parte ad attività sociali e ricreative e impegnarsi giornalmente in rapporti con altre persone.
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